lunedì 31 gennaio 2011

AMARONE della Valpolicella 2004 - D.O.C. - Pietro Zardini

...alla vinicola Zardini piace lasciare ai suoi vini un po' di austerità e rusticità, scelta che comunque apprezzo, molti produttori oggi puntano tutto sulla rotondità e l'eleganza, togliendo però un po' di onesta corrispondenza tra il vino, la terra e il contadino, collegamenti che invece ritroviamo con piacere nei vini di Pietro.


Dopo il Valpolicella Classico e il Ripasso é arrivato il momento di stappare l'Amarone, terzo e più importante vino della vinicola Pietro Zardini, di San Pietro in C. nel cuore della Valpolicella. 

Ammetto la curiosità per questo vino dopo averne letto un gran bene (tra l'altro vincitore del Decanter d'oro 2010) e sinceramente non sono rimasto deluso. 

Sulla tecnica di produzione dell'Amarone (ovvero la caratteristica fase di appassimento delle uve) ho già scritto qualcosa nella recensione dell'Amarone Aldrighetti, mentre per quanto riguarda l'azienda vinicola Zardini, vi rimando alla recensione del suo ottimo Austero

Parliamo allora del più importante e rappresentativo vino di questa azienda e dell'intera zona della Valpolicella... l'Amarone, che finalmente é riuscito ad ottenere la certificazione D.O.C.G. 

Composto da un mix di uve di alta collina (Corvina 60%, Rondinella 25%, Molinara 10%, altre uve 5%), selezionate, raccolte a mano e depositate in cassetta dove rimango ad appassire per 4-5 mesi, praticamente l'autunno e l'inverno. Una volta pronte avviene la fermentazione tradizionale sulle bucce, con 4-5 settimane di macerazione. Quindi ben 3 anni di invecchiamento in botti di rovere e barriques, per concludere l'affinamento in acciaio. Un vino invecchiato quindi, che raggiunge gradazioni alcoliche importanti (qui siamo a 15% vol.) e che ben si adatta ad invecchiamenti piuttosto lunghi (anche 10 anni). Produzione annua di circa 4.500 bottiglie. 

Ma passiamo alla degustazione... colpisce subito il colorito scuro, un rosso rubino molto intenso, con riflessi granato scuro, bella densità. Al naso un bel bouquet ben sostenuto da una decisa vena alcolica, equilibrata da sentori dolciastri che ricordano frutta matura, come confettura, ma anche note speziate, vaniglia e cacao. Piacevole davvero anche se mi aspettavo qualcosa di più inebriante. Al palato si apprezza per corpo e calore, morbido e avvolgente, complesso e tannico, insomma tutto ciò che un vino di questo livello deve avere. Di buona potenza ben equilibrata dalla sensazione di frutta sciroppata, pieno e avvolgente, si perde lentamente in un finale persistente dal buon retrogusto.  

Se proprio dobbiamo trovare un cavillo, diciamo che sia al palato che nel finale, rimane una punta di acidità, comunque non invadente, che sa conferire quel tocco di "vino vero" e di contatto con la terra, ma che toglie forse a questo Amarone un pizzico di eleganza e raffinatezza. 

Ma come ho già scritto nella recensione del Ripasso, alla vinicola Zardini piace lasciare ai suoi vini un po' di austerità e rusticità, scelta che comunque apprezzo, molti produttori oggi puntano tutto sulla rotondità e l'eleganza, togliendo però un po' di onesta corrispondenza tra il vino, la terra e il contadino, collegamenti che invece ritroviamo con piacere nei vini di Pietro.

Prezzo del vino..  direttamente in cantina ho sborsato 17 oneste euro.. in enoteca si arriva sulle 25, non poche ma adeguate per questa categoria di vini. Da lasciar ossigenare un paio di ore e alla temperatura di 18°C. Accompagnare con piatti rustici o anche da solo come vino da meditazione. 

L'Amarone é sempre una figata da bere e anche in questo lo é stato.

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