martedì 24 maggio 2011

BARDOLINO 2009 - D.O.C. - Duca del Frassino - Cantina di Soave

...se cercate un vino "con le palle" lasciate perdere.. ma se volete qualcosa di economico, piacevole e a tutto pasto può essere un acquisto azzeccato.


Concludiamo il trittico dedicato al Duca del Frassino con questo Bardolino del 2009, dopo aver degustato il Valpolicella Superiore e il Soave Classico

Proprio durante le precedenti recensioni di questi due vini, abbiamo raccontato della Cantina di Soave, dei suoi vini e dei suoi produttori, tra cui appunto il "Duca dl Frassino". Tralasciamo quindi le informazioni in merito al produttore e passiamo direttamente a parlare del Bardolino e in particolare del bevuto. 

Diciamo subito che si tratta di un vino Veneto e in particolare del lago di Garda, nella zona di produzione D.O.C. della sponda orientale del lago, ed é composto da un insieme di uve tipiche di questa zona assemblate in percentuali differenti, 35-65% di Corvina veronese, 10-40% di Rondinella e 20% max da soli o congiuntamente per i vitigni di Molinara, Rossignola, Barbera, Sangiovese, Marzemino, Merlot, Cabernet Sauvignon. Un bel minestrone quindi. La disciplinare risulta invece piuttosto libertina in merito ai tempi e alle tecniche di vinificazione e invecchiamento, ad eccezzione della versione "Superiore" che richiede almeno un anno di affinamento. 

Stappiamo e degustiamo.. colore rosso rubino piuttosto intenso, bello fitto con riflessi prugna, abbastanza denso ma comunque fluido e brillante alla mescita. Al naso nulla di trascendentale, non una grande intensità, vena alcolica piuttosto bassa (12.5%vol. per questa boccia) che a fatica sorregge una piacevole aroma fresca e dolciastra, tipico dei vini fruttati, in particolare a farla da padrone sono le note di frutta rossa matura. Semplice e delicato. Al palato si conferma un "vinello" fresco, amabile e di facile bevuta. 

Niente di particolare, ma se cercate una bevuta semplice ma piacevole, che può trovare il favore dei commensali meno attenti, é un vino azzeccatissimo. Per intenderci.. se cercate un vino "con le palle" lasciate perdere.. ma se volete qualcosa di economico, piacevole e a tutto pasto può essere un acquisto azzeccato.

Cantina di Soave é un grande produttore, quindi facile reperibilità, prezzo basso (dovremmo stare sulle 5 euro) e trasversale, adattandosi con qualsiasi tipo di pietanza, meglio se semplice e non troppo saporita, come paste, carni, formaggi delicati (noi l'abbiamo abbinato a peperoni ripieni e ci stava benissimo..), se volete possiamo definirlo un rosso estivo, essendo un vino beverino e giovane di non grande corpo e struttura, adatto per essere bevuto piuttosto fresco, anche sui 12-14°C. 

Per concludere possiamo definirlo un vino minore, ma proprio le sue caratteristiche di freschezza e un piacevole retrogusto dolciastro lo rendono un Bardolino decisamente amabile. A mio avviso la bottiglia migliore che abbiamo degustato nel trittico della Cantina di Soave.

domenica 15 maggio 2011

SAN VITO - Timorasso D.O.C. - Colli Tortonesi - Valli Unite

..una realtà contadina nata dall'esigenza di cercare una forma di sostenibilità economica alternativa, vivendo in simbiosi con la natura, cercando nella campagna e nella tradizione rurale la via di fuga dalle grandi città e dal lavoro alienante delle fabbriche.


Centro, abbiamo fatto centro acquistando questo San Vito delle Valli Unite. Nella continua ricerca del buon vino al giusto prezzo, del prodotto autoctono e autentico, questa volta non abbiamo sbagliato. Ma andiamo per gradi.

Fase uno acquisto... Abbiamo degustato, acquistato e parlato di questo vino bianco direttamente con i produttori delle Valli Unite, presso il loro banchetto alla fiera del DES di Varese (distretto economia solidale), che raccoglie i produttori che aderiscono alla rete dei GAS (gruppi di acquisto solidale). Bene quindi, acquisto diretto dal produttore, due chiacchere appassionate con chi produce vino con passione, intelligenza e attenzione ad una economia sostenibile. 

Fase due, il produttore.... Rimaniamo un bel quarto d'ora a chiaccherare con i ragazzi delle Valli Unite, che senza neanche fare troppo domande, ci raccontano con sano entusiasmo della loro attività agricola e di come nasce questo San Vito. Le Valli Unite sono infatti una Cooperativa Agricola formatasi dall'unione di quattro famiglie, una bella realtà contadina dedita non solo alla produzione di vino, ma anche di carni e salumi, formaggi, ospitalità e ristorazione. 

Per questa azienda agricola di tipo biologico, vale un po' il discorso affrontato con i produttori marchigiani dei vini Aurora, ovvero una realtà contadina nata dall'esigenza di cercare una forma di sostenibilità economica alternativa, vivendo in simbiosi con la natura, cercando nella campagna e nella tradizione rurale la via di fuga dalle grandi città e dal lavoro alienante delle fabbriche. Nasce così la coop. agric. Valli Unite, presso la Cascina Montesoro a Costa Vescovato, in prov. di Alessandria, nell'area D.O.C. dei colli Tortonesi. 

Fase tre, il vino.... San Vito, Timorasso D.O.C. dei Colli Tortonesi. Ebbene si, forse non molti conoscono questo vitigno e per questo dobbiamo un doppio applauso a Valli Unite, che nel corso degli anni hanno avuto il coraggio e la capacità di ridare vita ed importanza a questo antico vitigno che rischiava di scomparire. Un vitigno di alta montagna (la vigna é situata a circa 900 metri) dalle ottime qualità aromatiche.

Per questo San Vito che andiamo a degustare, vengono quindi utilizzate uve Timorasso al 100%, con 13 mesi tra invecchiamento e affinamento prima della commercializzazione e una produzione limitata a circa 4000 bottiglie l'anno. 

Fase quattro, degustazione.... Con un paio di orate alla griglia, tiriamo il collo alla boccia e andiamo a goderci questo San Vito. Prima considerazione da cui si può già dedurre molto sulle caratteristiche di questo Timorasso. E' il vino bianco più rosso che mi sia capitato di bere e detto da me, che amo soprattutto i vini rossi molto corposi, é da considerarsi un gran complimento. Già la gradazione alcolica dimostra questa mia tesi.. un bel 14%vol. e la longevità di questo vino, adatto anche ad invecchiamenti piuttosto lunghi (5-6 anni in botti), caratteristiche piuttosto rare per un vino bianco. 

Nel bicchiere si presenta di color giallo paglierino con riflessi verdognoli, piuttosto brillante. All'olfatto sprigiona un bel bouquet variegato e aperto, che sa alternare e a volte unire, aromi più dolciastri e delicati con profumi più amarognoli e aciduli. Un bel contrasto sui cui poggia la caratteristica principale di questo vitigno, che sa essere morbido e austero allo stesso tempo. Bella intensità aromatica con note dolciastre di frutta matura, ma anche sentori floreali e minerali. Al palato da il suo meglio, dimostrando di essere un vino che non stanca mai. Dolce e polposo, carico, energico e genuino, riempe bene il palato, fresco e sapido, leggermente acido con un bel finale amarognolo. Tosto e piacevole. 

Fase cinque, considerazioni.... Davvero un ottimo bianco, con un bel caratterino. Se proprio vogliamo fare una critica a questo San Vito possiamo dire che manca un po' di finezza ed equilibrio. Il contrasto tra dolce e amaro che a noi é piaciuto tanto, faticano ad amalgamarsi e a trovare un punto di equilibrio e omogeneità, rimanendo così un vino rustico e un po' spigoloso, sicuramente dal grande potenziale, ma che deve essere ancora perfezionato per poter diventare un bianco di alto livello. 

Attenzione però, questa critica va inserita nel contesto globale e generale del mercato vitivinicolo italiano, se andiamo invece nello specifico della realtà Valli Unite, il grezzo e il rustico che abbiamo riscontrato in questo San Vito, diventano punti di forza e di autenticità del prodotto, rappresentazione del forte collegamento con il terrorir e con chi ci lavora. Non é un vino per fighetti e per amanti dei "prosecchini", ma una gran bella dimostrazione di fatica, sudore, passione, rispetto della terra e tradizione contadina. 

Fase sei conclusioni.... Non mi resta che consigliare il San Vito a tutti gli amanti dei vini bianchi belli tosti, a chi ama i prodotti autoctoni e sostenere una forma di economia più solidale. 

Costo della boccia intorno alle 8 euro, da bere fresco e accompagnare con pesce, formaggi freschi, primi piatti o carni bianche. Consigliami a Valli Unite di riportare qualche info in più sull'etichetta (ad esempio sulla nostra bottiglia non compare l'annata e nemmeno l'indicazione del vitigno di provenienza), ma soprattutto consigliamo agli appassionati di fare un giro presso il loro agriturismo o di andare ad acquistare i loro vini presso le varie iniziative della rete GAS, Critical Wine ecc....

venerdì 6 maggio 2011

BACHERO 2009 - Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore D.O.C. - Cantina Pontemagno

...Se siete amanti del bianco leggero e lavastomaco, modello "bianchino da circolo" non ci siamo, ma se amate i bianchi di struttura e carattere, di spessore e intensità con una grande persistenza aromatica, questo Bachero fa il caso vostro.

Domenica scorsa dopo essermi dedicato al faticoso mestiere del dormire spaparanzato sull'amaca, sono stato invitato a cena con consorte al ristorante "Rapanello" di Lesa, sponda piemontese del lago Maggiore. Così grazie all'invito di Vera ed Andrea riusciamo a cenare in questo ristorante da molti decantato. 

Le aspettative non vengono tradite, siamo praticamente in riva al lago e il piccolo locale si presenta rustico e spartano come piace a noi, ma soprattutto gradevole e famigliare nella sua semplicità, un ristorante dove si punta in primis alla qualità della proposta culinaria. E poi, fatemelo dire, finalmente un ristorantino dove mangiare pesce senza finire alla solita "Conchiglia" con 200 posti a sedere, vassoi di cozze e gli immancabili spaghetti allo scoglio. 

Mah, basta, un minimo di ricerca e originalità.. Piatti originali, saporiti, curati nella presentazione e nella ricerca della materia prima. Tanto per farvi venire un po' di acquolina in bocca... Tortino di baccalà con cipolle di Tropea...squisito, melone tagliato a metà e riempito con porto, gamberi e cubetti di melone, tajine di cous cous al pesce cotto nel forno a legna, insomma una delizia per occhi e palato, aggiungeteci che su consiglio del proprietario bagnamo il tutto con dell'ottimo vino bianco fermo denominato Bachero. 

Visto che in questo blog si parla di vino e non di ristoranti, proprio di questo Verdicchio dei Castelli di Jesi classico superiore voglio scrivere, perché é stata una bella sorpresa. Ammetto di non averlo mai provato prima, ne tanto meno di conoscere la Cantina Pontemagno della famiglia Piersanti che lo produce. Per questo motivo non ho notizie in merito a questa cantina marchigiana e alla tecnica produttiva di questo Bachero, se non che viene prodotto con uve Verdicchio da vendemmia tardiva. 

Vi dico solo che si tratta di un vino veramente ottimo, di color giallo paglierino con riflessi dorati, fluido, limpido e fresco, ottimi sentori aromatici, molto carico, un bel bouquet aperto con note floreali ma anche di pesca e frutta matura. Al palato risulta fresco e snello ma anche rotondo e polposo, con buona mineralità, in equilibrio tra un palato a base di frutta dolce e un finale con retrogusto amarognolo.

Se siete amanti del bianco leggero e lavastomaco modello "bianchino da circolo" non ci siamo, ma se amate i bianchi di struttura e carattere, di spessore e intensità con buona persistenza aromatica, questo Bachero fa il caso vostro. Un vino moderno e giovanile. Alla lunga forse può risultare un po' pesantino con i suoi 14%vol., eccede un po' con i muscoli tralasciando finezza ed eleganza, ma non fateci troppo caso e buttate giù, é un vino davvero godibile e risulta difficile non versarsi un altro bicchiere. 

Non so esattamente quale sia il suo costo in enoteca, ma credo che non si vada oltre le 5/6 euro. Quindi nella nostra ricerca del vino buono pagato il giusto, questa volta abbiamo fatto centro!! Il Verdicchio dei Castelli di Jesi é uno dei migliori bianchi che abbiamo in Italia e questa versione Classica Superiore "Bachero" ne rappresenta un'ottima espressione, soprattutto per il rapporto qualità/prezzo. Davvero una bella bottiglia, anche nella veste grafica.

Per concludere permettetemi di tornare sul Rapanello, 5 portate di antipasti, primo e dolce, 2 bottiglie di Bachero, acqua, caffé e ammazzacaffé, non c'é bisogno di fare le somme, il simpatico proprietario arrotonda il tutto e con 40euro a testa ce ne torniamo a casa  più che soddisfatti.

martedì 3 maggio 2011

ROSSO di MONTALCINO 2008 - D.O.C. - Castello Banfi

Immaginatevi una macchina da 200 cavalli guidata da un nonno alla domenica mattina... questo é un vino che potrebbe dare molto di più. Prima o poi doveva capitare!! Niente di grave si intende.. mi riferisco ai produttori del Castello Banfi.. volenti o nolenti chi beve vino, prima o poi una boccia dei fratelli italo-americani John e Harry Mariani gli tocca. L'azienda oggi gestita dalle figlie, é indubbiamente tra le più famose, un colosso direi, basta pensare a qualcosa come 850 ettari vitati e 9.000.000 di bottiglie prodotte, ma soprattutto la capacità di fare le cose in grande con un occhio sempre vigile sulla qualità e al marketing.. come dire.. nel bene e nel male, la famiglia Mariani é tra quelle grandi aziende vitivinicole toscane (con i vari Antinori, Frescobaldi ecc..) che dettano le regole e influiscono il mercato del vino toscano e nazionale. Chi ha già avuto modo di leggere il mio blog, sa bene che qui facciamo il tifo per i piccoli vignaioli e stortiamo il naso di fronte alle grandi industrie del vino, ma come sempre non vogliamo farci condizionare nel giudizio e dobbiamo riconoscere come, al cospetto di una montagna di ettolitri di vino commercializzato, sono capaci di alcune bottiglie davvero eccellenti come le due versioni di Brunello Poggio all'Oro e Poggio alle Mura. 

Il vino di cui scrivo oggi é invece il Rosso di Montalcino, annata 2008, fratello minore del più rinomato Brunello, ma comunque ottimo vino per struttura e carattere. Trattasi quindi di un vino prodotto con il 100% di uve Sangiovese coltivate nel comune di Montalcino (che da queste parti viene chiamato "Brunello"). Per questa versione del Castello Banfi 10-12 mesi di invecchiamento in botti di rovere e barriques, per concludere con 6 mesi di affinamento in bottiglia. 

Nel bicchiere si presenta di colore rosso rubino piuttosto intenso, di buona limpidezza e fluidità. Al naso dimostra una discreta intensità, nell'insieme gradevole ed equilibrato, un discreto sentore alcolico (13.5%vol.) si amalgama con aromi di frutta rossa e sentori floreali. Nulla di esagerato e indimenticabile, ma un buon bouquet, semplice, gentile e delicato. Al palato riscontriamo le stesse caratteristiche del naso. Un vino di grande bevibilità, senza grandi picchi e dimostrazioni di carattere, fila via piuttosto liscio, piacevole e morbido, decisamente amabile e di buona freschezza. Ottimo nel finale (forse il suo punto forte), persistente con piacevoli note aromatiche. 

Nel complesso, soprattutto se paragonato ad altri rossi, si dimostra fin troppo equilibrato e facile, si ha quasi la sensazione di una piattezza generale, come se le caratteristiche più spiccate ed interessanti siano rimaste schiacciate dalla volontà dei sommelier di tenere tutto in equilibrio e sullo stesso livello. Immaginatevi una macchina da 200 cavalli guidata da un nonno alla domenica mattina... questo é un vino che potrebbe dare molto di più. 

Non voglio sembrare critico, siamo comunque al cospetto di un vino ben fatto, di buona freschezza ma anche di spessore e struttura, che ben si adatta anche ad invecchiamenti di media durata, molto piacevole da bere, ideale per accompagnare (come nel nostro caso) un bel filetto, oppure piatti di formaggi stagionati, carni rosse e selvaggina. 

Concludo dicendo che ci sono versioni di Rosso di Montalcino molto più valide di questa, ma se volete andare sul sicuro senza spendere troppo (siamo tra le 9-12 euro), questo Castello Banfi può accontentare un po' tutti. Senza infamia ne lode, ma assai godibile.

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Niente enologo, niente concimi, approccio artigianale e tanta semplicità affinché il vino possa esprimere al meglio il territorio. Se dici Fiano, Ciro Picariello è un punto di riferimento assoluto.

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...una fusione eno-culturale vincente, un vino che intriga, incuriosisce e si lascia amare, un vino del sole e della gioia, della bellezza territoriale e popolare che accomuna Spagna e Sicilia.

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...quello che entusiasma del Renosu Bianco è tutto il suo insieme, dalla sua naturalità alla sua originalità, mantenendo una piacevole semplicità nel sorso...

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO

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Conosco e bevo "Castello Conti" da alcuni anni, e provo una profonda ammirazione per i loro vini e per il lavoro "senza trucchi" di Elena e Paola. Da una recente visita con degustazione presso la loro cantina di Maggiora, é nata una sorta di collaborazione appassionata, che mi ha permesso di gustare l'intera produzione di rossi del Castello, che oggi in questo mega-post ho il piacere di raccontarvi alla mia maniera...

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!

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da "Le vie del vino" di Jonathan Nossiter... < - In cantina questo Volnay, che qui é a 68 euro, ne costa più o meno 25. Quindi non sono i De Montille ad arricchirsi. Ma quando arriva a Parigi o a New York, il vino costa almeno il doppio che dal produttore. - Quindi per noi che abitiamo in Francia val la pena di andare a comprare direttamente da lui. - Si in un certo senso, il ruolo dell'enoteca in città è quello di aprirti le porte per farti scoprire il tuo gusto personale, e di esserti utile quando hai bisogno di qualcosa rapidamente. Poi spetta a te stabilire una relazione diretta con il produttore >

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!
...Anche se sono un po’ più giovane e indosso il parka con le pins non significa che entro per mettermi sotto il giubbotto le bottiglie di Petrus fiore all’occhiello della vostra enoteca, quindi evitate di allungare il collo o sguinzagliarmi alle spalle un commesso ogni volta che giro dietro allo scaffale.