lunedì 1 ottobre 2012

TAURASI "LE SURTE" 2002 - D.O.C.G. - Macchialupa



...é come quando nei concerti live si continua ad alzare il volume di ogni singolo strumento per "farlo uscire fuori", anziché abbassare quelli che tendono a sovrastare gli altri. Conclusione... si satura il tutto, il suono non esce pulito e risulta un gran fracasso. Ho reso l'idea? Ecco questo é un vino che ha una bella complessità, un bel insieme di sensazioni gusto-olfattive, ma tendono tutte verso l'alto, quasi a volerci impressionare. 

 
Iniziamo dalla fine, ovvero dai ringraziamenti per il mio socio Franky che mi ha omaggiato con questa bottiglia. Un Taurasi del 2002 credo sia regalo assai gradito a tutti gli amanti del buon bere, anche se, in tutta onesta, stappo solo oggi il Taurasi di questo produttore. 

Come molti di voi ben sanno, il Taurasi é principalmente prodotto da uve di Aglianico (con possibile aggiunta di altre uve rosse della zona fino ad un massimo del 15%) coltivate nei comuni designati dalla disciplinare, tutti in provincia di Avellino. Nella fattispecie la cantina Macchialupa si trova a San Pietro Irpino di Chianche, nella Valle del Sabato, al confine tra le prov. di Avellino e Benevento. Questa é terra di grande tradizione vinicola, da cui si ricavano due tra i più famosi bianchi del sud, come il Fiano e il Greco di Tufo, oltre ovviamente al Tuarasi di cui vi scrivo.  

Macchialupa é una piccola azienda fondata nel 2001 da Giuseppe Ferrara (proprietario) e l’enologo Angelo Valentino, costituita da circa 16 ettari vitati e 120.000 bottiglie prodotte l'anno.Circa il 60% delle uve vengono acquistate, mentre il restante 40% proviene da vigneti di proprietà che sorgono a 450 metri di altitudine con esposizione sud-est  su terreni composti da tufo e argilla. Possiamo quindi affermare che si tratta di un'azienda vitivinicola relativamente giovane, ma che ha saputo bruciare le tappe e porsi all'attenzione della critica eno-gastronomica, grazie anche ad una particolare cura dei vigneti, con concimazioni naturali, l'assenza di agenti chimici per il diserbo e l'utilizzo di lieviti indigeni e selezionati. 

Oggi assaggio il loro Taurasi, uno dei migliori vini rossi del sud d'Italia, ma probabilmente sono i freschi e minerali Greco e Fiano i vini meglio riusciti di Macchialupa. La produzione comprende 8 tipologie di vini, compresi i 3 della linea "Le Surte" (Taurasi, Fiano e il passito Esotica sempre da uve Fiano), che possiamo definire la linea "prestige" della cantina. Il Taurasi D.O.C.G. annata 2002, viene prodotto in circa 7.000 unità, con un prezzo medio in enoteca tra le 25-30 euro. Prodotto con uve Aglianico in purezza, la fermentazione con macerazione ha una durata di circa 18 giorni, con rimontaggi giornalieri. L'affinamento avviene in barriques di rovere francese per 12 mesi (solo in parte nuove), a cui seguono 24 mesi in bottiglia. 

Di colore rosso rubino intenso con unghia granata, profondo, leggermente denso, visivamente elegante. Al naso é esplosivo, con un bouquet variegato ed etereo. Vinoso e persistente, esprime una marcata vena alcolica (13.5%vol.) a sostegno dei profumi fruttati (sottobosco rosso e nero) e delle note speziate. Sono proprio quest'ultime a colpire maggiormente, un naso pungente e pepato, complesso, con richiami floreali, ma soprattutto pepe, cannella, menta peperita, tabacco, vaniglia. Alla beva é secco e caldo, persistente ed intenso, ha grande struttura e una trama tannica serrata. Riempe bene la bocca, avvolge e scalda, se ne apprezza polpa e rotondità, ma anche una buona mineralità e acidità che lo rendono fluido e scorrevole, verso un finale lungo e pungente, saturato da una costante sensazione "alcolica" che sovrasta il retrogusto fruttato-speziato. 

Nel complesso un vino più che soddisfacente, ha lo stile e la struttura del "sign. vino", ma é come se volesse "stupirci" eccedendo in "carica agonistica", perdendo in equilibrio, eleganza e piacevolezza di beva. Non so se siete esperti di sound-check, ma giusto per fare un paragone eno-musicale (che tanto mi piace) é come quando nei concerti live si continua ad alzare il volume di ogni singolo strumento per "farlo uscire fuori", anziché abbassare quelli che tendono a sovrastare gli altri. Conclusione... si satura il tutto, il suono non esce pulito e risulta un gran fracasso. Ho reso l'idea? Ecco questo é un vino che ha una bella complessità, un bel insieme di sensazioni gusto-olfattive, ma tendono tutte verso l'alto, quasi a volerci impressionare. 

Comunque rimane un buon Taurasi, una buona dimostrazione del carattere importante e della complessità di questa tipologia di vino. Da abbinare sicuramente a piatti rustici e saporiti. Nota dolente (non per me, essendo un regalo) rimane il prezzo, carico come il vino che ho appena assaggiato. Non che trenta euro sia un prezzo scandaloso, anzi diciamo che é il prezzo di mercato per un Taurasi "importante", ma in rapporto qualità/prezzo e a titolo puramente personale, consiglierei a chi vuol provare un sign. Taurasi il Nero Nè de Il Cancelliere o l'Opera Mia della Tenuta Cavalier Pepe, vini ottimi sulle 20 euro... se poi volete proprio esagerare, la mono-etichetta di Luigi Tecce, il Pholiphemo rimane un vino che non teme confronti. 

Rimane un vinone, ma non dimenticatevi di mettere nel lettore cd qualcosa dei System of a Down e di essere in buona forma... "robba" per stomaci forti!!

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