giovedì 20 dicembre 2012

TESTA DI FUOCO 2004 - Monferrato D.O.C. - Cascina Brichetto

...cosa aspettarsi da un Barbera mixato a Merlot? Esattamente la cosa più semplice che ci si può aspettare… un vino che per caratteristiche, ricorda un po’ il Barbera e un po’ il Merlot… 


Concluso alla (stra)grande, il trittico di bottiglie per il nostro Natale a base di vini biodinamici (Sophia/Montecucco Sangiovese/Moscato Passito al Governo diSaracena), ritorno molto “easy” su un vino più classico e meno "particolare", un "rustico" (e probabilmente anche poco conosciuto) produttore del Monferrato (diciamo di quelli che trovate più alle fiere di paese in giro per il Piemonte, che alle fiere vitivinicole)… 

Ed infatti è proprio alla fiera del tartufo di Moncalvo che entro nuovamente in contatto con Cascina Brichetto. Delle decine di produttori monferrini, sempre presenti a questa bella fiera eno-gastronomica, avevo giù avuto modo di acquistare/assaggiare/raccontarvi della Barbera d'Asti Sup. di Cabiale Roberto, ma anche quella di Massimo Marengo insieme al suo Ruchè… e qualche anno fa anche del Grignolino di Brichetto… quest’anno, dopo aver assaggiato tutti i loro vini alla fiera, ho deciso di acquistare il loro vino più costoso e che più si adatta a lunghi invecchiamenti tanto da essere l'unico vino che ancora porta la vecchia (e molto più bella delle attuali) etichette. 

Era il minimo che potessi fare per ringraziare l’esaustiva spiegazione dei vini e i ripetuti inviti per un giro in cantina… nonostante fossi con amici e quindi con un buon numero di richieste di assaggi (a differenza di altri produttori presenti alla fiera, che ci guardavano male solo perché eravamo in gruppo... se ve la menate a farci assaggiare i vostri vini evitate di allestire il banco assaggi alle fiere!!). Ancora una volta il rapporto umano instauratosi tra produttore e consumatore si è dimostrato un punto cardine nella degustazione (e nel successivo acquisto) di vini ai banchi d’assaggio. 

Il vino in questione porta un nome piuttosto particolare, ovvero Testa di Fuoco (che é il nome del trattore anni '40 rappresentato in etichetta) e si tratta di un blend tra Barbera 85% e Merlot 15%, affinato in barrques, con un invecchiamento minimo di 3 anni. La cantina in questione é Cascina Brichetto di Francesco Bersano, famiglia di vignaioli "tradizionali" dal 1923 in quel di Portocomaro. 

Se Grignolino e Barbera assaggiati poco più di un anno fa si erano fatti apprezzare per la loro approccio piuttosto rustico e senza compromessi, il Testa di Fuoco si traveste da "vino importante", perdendo un po' di tipicità monferrina a favore di un taglio merlottiano più o meno condivisibile. La disciplinare del Monferrato D.O.C. é molto "libertina" in merito... e allora cosa aspettarsi da un Barbera mixato a Merlot? Esattamente la cosa più semplice che ci si può aspettare… un vino che per caratteristiche, ricorda un po’ il Barbera e un po’ il Merlot… 

Rosso rubino intenso con unghia granato,  piuttosto concentrato. Naso timido ma piacevole, leggermente vinoso lascia presto spazio a sentori più dolciastri di frutta rossa matura. Ha una buona persistenza, risultando lungo, caldo e piacevole, ma é come se mancasse un po' di nerbo e di intensità, come se il Merlot, avesse placato il carattere più "rustico" della Barbera. Anche al palato si fa apprezzare, caldo, pieno, di buon corpo, ma senza entusiasmare un granchè. E' un vino ben impostato e piacevole, che dimostra anche in questo caso, le caratteristiche dei due vitigni impiegati... una discreta acidità che alleggerisce il tutto e facilità la beva da una parte, un palato più "cicciotto" dall'altra, con retrogusto dolciastro e sensazioni "polpose". 

Senza infamia ne lode, per un vino che non entusiasma ma ben si comporta su una tovaglia a quadrettoni bianchi e rossi. Il vino vale il prezzo d'acquisto fino all'ultimo centesimo (10euro), ma nulla di più... se andate cercando l'affare del secolo cascate male, se invece sapete più o meno cosa aspettarvi e cosa pretendere da un bottiglia su questa fascia di prezzo, allora sarà comunque una piacevole bevuta. Se fossi Slow Food potrei consigliarvelo come "vino quotidiano". 

Devo comunque ammettere, che essendo questo il vino più importante e da invecchiamento di Brichetto (e forse anche per il suo nome Testa di Fuoco..), mi aspettavo qualcosa in più sul piano della complessità e della potenza. Tornando ai miei soliti paragoni eno-musicali (che non faccio da un po'...) immaginate un gruppo che sfodera un'intro da "paura" e poi quando salgono sul palco sfoderano un pezzo moscio e con poco volume... ecco se vuoi il rock'n'roll devi spaccare... altrimenti suona dell'altro... ma in tal caso devi puntare sul pathos e l'eleganza per essere un vero figo... ma la finezza non abita qui... 

Non me ne voglia il buon Francesco Bersano, il vino é buono e ci sta, forse é il più complesso e pensato tra i vini da lui proposti, ma da vero uomo di vigna i risultati più convincenti li ottiene con i più rustici e sferzanti uvaggi del Monferrato come il Grignolino e la Barbera d'Asti, sicuramente meno "amabili e piacevoli" ma molto più caratteristici e tipici. 

I complimenti a Cascina Brichetto per la sua gamma di vini "tradizionali" e senza compromessi. Ci vediamo a Moncalvo!!

3 commenti:

  1. il nome e l' etichetta pero' sono molto belli

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  2. Etichetta carina... ma anche il vino non é male... certo non é un capolavoro, ma buono, onesto e semplice... che mi sembrano già attributi importanti...

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  3. Attributi assolutamente importanti. Comunque hai ragione quando parli del Grignolino di Francesco: sicuramente uno dei più interessanti assaggiati negli ultimi anni.

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