martedì 20 maggio 2014

LE STINCHE VIGNA CASTELLO DI LAMOLE 2008 - Chianti Classico Riserva D.O.C.G. - Fattoria di Lamole


Sangiovese purosangue e di razza pregiata... da qualche anno si tessono le lodi del lavoro e dei vini di Paolo Socci e io non posso far altro che unirmi al coro, un vino che guarda al passato ma di cui sentiremo sempre più parlare in futuro.


Servirebbe una disamina approfondita quando si parla di Chianti, probabilmente il marchio italiano legato al vino più famoso nel mondo, ma che pochi conoscono realmente. Cose che capitano, quando un brand “funziona” e il mercato viene invaso da milioni di bottiglie, con marcate differenze, qualitative ed economiche. Di certo le eccellenze non mancano, ma bisogna saperle cercare e spesso volerci spendere qualche euro in più… L’area vitivinicola del Chianti è piuttosto vasta, con differenze territoriali importanti e anche restringendo il campo alla zona storica del Gallo Nero (Chianti Classico d.o.c.g.) si possono notare varianti stilistiche importanti. Per questo motivo, ad esempio, un Chianti Classico di Castellina ha sfumature diverse rispetto ad uno di Radda o di Greve. 

A sua volta lo stesso comune di Greve annovera diverse sottozone, tra cui spicca quella di Lamole, la più alta dal punto di vista altimetrico (si passano i 600m), caratterizzata dai terrazzamenti sulle pendici del Monte S.Michele. Qui su un terreno ricco di roccia arenaria sorgono vigneti di Sangiovese allevati ad alberello, i cui grappoli usufruiscono di un microclima unico, fatto di escursioni termiche accentuate e maturazioni tardive, favorite dal calore che le pietre accumulano durante le ore di sole e rilasciano nel corso della notte. Qui nasce un Chianti Classico balsamico e floreale, che trova nella finezza un suo tratto distintivo, tanto da indurre a definire Lamole, la Borgogna del Chianti. 

Tra le realtà più rappresentative di questo territorio, spicca indubbiamente la Fattoria di Lamole, di proprietà della famiglia Socci dal lontano 1071 e attualmente gestita con maestria da Paolo. Un legame indissolubile quindi, che affonda le radici nella storia e nel territorio di Lamole, soprattutto a partire dal 2003 con l'arrivo di Paolo Socci, un ritorno "al passato", attraverso una viticoltura rispettosa e legata alle origini, attraverso il recupero di antiche varietà di Sangioveto locale e alla ristrutturazione dei muretti a secco. Un lavoro importante, per tornare a proporre grandi vini di territorio in un luogo storicamente ad alta vocazione vinicola. Una proprietà immensa quella della fattoria di Lamole, 200 ettari di boschi, pascoli, il castello delle Stinche al suo interno e 16 ettari vitati, con molte uve conferite alla cantina sociale, mentre solo una piccola parte é destinata all'esigua produzione della fattoria, che non supera le 5000 bottiglie annue. Su tutte quella perla della Vigna Grospoli, un antico vigneto recuperato da cui si ricava una selezione che non arriva a quota 1000 bottiglie. Un'autentica chicca tra le milioni di bottiglie a marchio Chianti. 

Così come lo stappato di oggi... niente selezione per il sottoscritto, ma bensì la riserva 2008 del Chianti Classico "Le Stinche", 100% Sangioveto proveniente da La Vigna del Castello di Lamole, 1,04 ettari situati a sud, reimpiantata nel 1998 e anche in questo caso non si arriva alle 1000 bottiglie. Insomma sono micro produzioni per appassionati che difficilmente troverete nei consueti canali commerciali delle enoteche, almeno che vi rechiate da rivenditori molto appassionati e ben forniti. Nel mio caso per recuperarne un cartone da 6, mi sono rivolto direttamente alla "Vinoteca al Chianti", tra le più fornite in materia, alternativamente, come sempre, provare a contattare il produttore, cosa che anch'io ho fatto a posteriori, per chiedere delucidazioni in merito a questa riserva... ecco la risposta di Paolo.. Sangioveto 100%, fermentazione in inox a vaso aperto, 18 mesi in cemento e 12 mesi in tonneaux esausti. In bottiglia dal Maggio 2013. Il vino è un blend dei nostri vigneti migliori, assemblato dal Dott. Federico Staderini.

Scuro nel suo rubino intenso, quasi mattone all'unghia, deciso, penetrante, quasi esplosivo al naso, non lascia dubbi sull'uvaggio di partenza. E' questo il primo impatto, un acuto prima di distendersi e uscirne rilassato, avvolgente e molto piacevole, su note a tinte rosse, dal frutto di sottobosco alla trama floreale (garofani e gerani), con un tocco balsamico accompagnato da una terrosità di fondo. La beva é sanguinea e grintosa, tesa, con una trama tannica fine e fitta, sorretta da un' acidità rinfrescante e a tratti pungente, lungo e profondo con richiami balsamici e terrosi, tra suggestioni cioccolatose e spezie pungenti. Vino di grande persistenza, a tratti quasi graffiante, ma pulito e ben definito, lasciando l'impressione di un grande potenziale evolutivo. Meno elegante di quanto mi aspettassi, ma finezza, freschezza e bevibilità non tradiscono le aspettative. 

Prezzo impegnativo di questi tempi (siamo sulle 25euro), ma le vale tutte... tenete conto che parliamo di una produzione garagista... lavoro artigianale e meno di 1000 bottiglie prodotte. Per i più facoltosi (e spero in futuro di essere tra questi) consiglio di provare la selezione dell'Antico Lamole vigna Grospoli (si passano le 40 euro), per tutti gli altri cercate almeno di provare il Chianti Classico base (sulle 15 euro)... prodotto in poco più di 3000 unità é un campione di freschezza e un esempio di cosa significhi Chianti Classico di Lamole (annata 2007 menzione "grande vino" da Slow Food )

Sangiovese purosangue e di razza pregiata... da qualche anno si tessono le lodi del lavoro e dei vini di Paolo Socci e io non posso far altro che unirmi al coro, un vino che guarda al passato ma di cui sentiremo sempre più parlare in futuro.

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