martedì 25 novembre 2014

ROSSO 2008 - Umbria I.G.P. - Calcabrina


Il Calcabrina é un succulento Rosso biodinamico giovane e scalpitante, espressione libera e naturale del Sagrantino (anche se non si può dire). Autentico vino garagista.


Piove governo ladro! Non é solo un'esclamazione di "incazzatura" nei confronti dei "renziani" tentativi di dare il colpo di grazia a questo paese, ma guardando fuori dalla finestra, direi anche una indiscutibile questione  metereologica... Non ci sono c-z-i... nel varesotto piove praticamente da due settimane, e mettere le gambe sotto al tavolo, mi sembra un buon modo per ingannare il tempo. Trittico di abbuffate settimana scorsa, bilanciate da un trittico di bevute questo week-end. Una degustazione che sembrava organizzata dal reparto vini di un supermercato venerdì sera [:-(], Enolago sabato pomeriggio [:-)], prima interessante fiera del varesotto, dedicata ai vini di territorio, e per concludere in totale "relax", vado a stappare la bottiglia della domenica, per onorare un gran bel arrosto.

Da due anni, se ne stava li sulla mensola, nel suo packing di cartone che definir stiloso é poco... un peccato lasciarlo giù in cantina a prendere polvere. Da due anni non vedevo l'ora di aprire quella scatola, e tirare il collo all'altrettanto stilosa bottiglia al suo interno. Da due anni porto con me il ricordo di un'entusiasmante assaggio alla Terra Trema 2012 su consiglio di un amico... Li ti acquistai e ti conobbi... ho resistito fin che ho potuto e oggi sono qui a scrivere le tue memorie di Sagrantino precocemente bevuto.

Ovviamente siamo in Umbria, e più precisamente in quel di Montefalco, dove non lontano dal centro abitato troviamo la Fattoria Biodinamica della famiglia Calcabrina.... capre, formaggi, oliveti e... Sagrantino. Poca roba... un vigneto da cui si ricavano 4000 bottiglie e una cantina piccolissima. Attivi dal 2000, nel 2005 passano all'agricoltura biodinamica, un valore aggiunto, un punto di forza, una sfida... un modo per uscire da certe logiche produttive e affermare una propria identità. Questo significa anche produrre il vino come Umbria Rosso IGP e rinunciare alla prestigiosa DOCG del Sagrantino, che nonostante il buon successo commerciale degli ultimi anni (soprattutto all'estero), fatica a trovare interpreti in grado di stimolare gli appassionati di vini artigianali. (personalmente il miglior stappato ad oggi, é a nome Giampaolo Tabarrini leggi qui).


Entrando nel merito, i Calcabrina  producono solo uve Sagrantino da cui ricavano un Rosso secco (questo) e un passito. Tutto viene svolto in maniera manuale ed artigianale, avvalendosi delle pratiche biodinamiche, oltre alla certificazione Bio. Il vigneto é posto ad un'altitudine di 400 metri, con piante piuttosto giovani (età media 12 anni) e una resa che non supera i 50ql/ha. Non vengono utilizzanti diserbanti ne prodotti sistemici, solo piccole dosi di rame e zolfo. La vendemmia si tiene a metà settembre, e anche in cantina le uve fanno il loro corso senza alcuna forzatura. La fermentazione che avviene in tini di legno e in vasche di acciaio é spontanea, senza alcun controllo, per un periodo di 22 giorni (annata 2008). Circa un anno di affinamento in botti, con assemblaggio finale in vasca. Segue affinamento in bottiglia. Nessuna solforosa aggiunta.

Prezzo di acquisto 13euro al banco assaggi, bottiglia riutilizzabile con caratteristico portabottiglia in cartone, dove tra l'altro sono scritti tutti i dati relativi al vino, dalle inidicazioni sull'andamento dell'annata (in questo caso 2008, definibile buona), al lavoro biodinamico svolto nel vigneto, fino ai valori nutrizionali e all'anidiride solforosa presente (26mg/l). Gradazione alcolica 15.5%vol. Ecco un esempio di "etichettona" in stile alimentare.

Chiamatelo come volete, al di là delle classificazioni... vino da tavola o rosso umbro, poco importa.... appena si presenta, ecco svelato il carattere tipico del Sagrantino...  Rubino scuro intenso, notturno ed impenetrabile, riflessi mattone scuro e vetro della bottiglia (bianco) che si tinge di rosso, parecchi residui sul fondo... Finezza, eleganza e pulizia non gli appartengono. Me lo ricordavo molto amabile, quasi con retrogusto dolciastro, sensazioni da fine giro alla Terra Trema... con il senno di poi forse ricordavo male...  Nonostante i due anni di attesa, ho ritrovato il carattere "fisico" di un Sagrantino in gioventù... ma fortunatamente con capacità espressive che escono dal seminato del supervino tutti-frutti e super tannino... Questo é un Sagrantino vivo e scalpitante, senza compromessi.... Naso teso e pungente, un po' penalizzato dal calore e dalla potenza alcolica sprigionata, che non da cenni di resa nemmeno nel bicchiere della sera (bottiglia stappata a pranzo). Sniffate brevi quindi per evitare l'effetto "saturazione" e godere della sua naturale complessità. Frutti neri selvatici, radici, rabarbaro, sottobosco, asfalto, grasso di officina, terra, suggestioni balsamiche... potente e persistente... Si concede maggiormente alla beva... Massiccio per struttura e potenza, esprime un tannino poderoso, allappante, quasi ruvido... che non difetta però un sorso, che sorretto da acidità e mineralità, riesce ad essere gratificante e appagante, succulento e lungo, anche se chiaramente, non è proprio una di quelle bottiglie glu glu, che si svuota senza nemmeno accorgersene. 

Vino con molti spunti di interesse, senza dimenticare a suo favore, il prezzo abbordabilissimo, considerando che senza "fascetta", stiamo pur sempre parlando di un Sagrantino. Mi è solo dispiaciuto averlo stappato adesso, perché la sensazione é quella di un vino ancora giovane, scorbutico e un po' nervoso... così come i giovani che hanno qualcosa da dire e vogliono farsi sentire,che ne avvalora il suo essere espressione libera e naturale di un vitigno già di suo non semplice da plasmare, un vero vino garagista. Bravi i Calcabrina....

lunedì 17 novembre 2014

AGAMIUM 2008 - Colline Novaresi D.O.C. - Antichi Vigneti di Cantalupo

Il nome di questa cantina non lascia spazio a dubbi... la storia e la tradizione della viticoltura di Ghemme passa attraverso i vini della famiglia Arlunno.


Enologicamente viene identificato come "Alto Piemonte", perché sta su a nord del Monferrato, sopra Vercelli e Novara. Vini nordici per gran parte d'Italia. Per il sottoscritto che vi scrive da Varese provincia, sta invece a sud-ovest, ovvero dall’altra parte del Ticino, poco più di trenta chilometri per entrare in un territorio che  eno-gastronomicamente parlando, è da sempre molto più interessante del varesotto. Poco più di mezz’ora ed eccomi immerso tra i campi e le colline del novarese, basta uscire a Romagnano Sesia, "fare il fondo" alla distilleria Francoli (proprio attaccata all'uscita) e muoversi in direzione nord verso Maggiora, non per vedere il mondiale di motocross ma per iniziare un eno-tour in direzione sud che in in una ventina di km, vi permetterà di attraversare città del vino come Boca, Gattinara, Ghemme, Sizzano e soddisfare la sete di buon nettare. Vi consiglio però di non spegnere il motore del vostro mezzo e proseguire in direzione sud-est per attraversare la pianura e le nebbie autunnali, perdersi tra campi e risaie e sostare in piccole osterie rurali che sembrano essere fuori dal tempo. 

E’ proprio il suo essere “old style”, rurale e poco incline al turismo di massa, a rendere quest’area ancora piuttosto sottovalutata, rispetto ai più blasonati Monferrato o alle Langhe… Qui non si rimane bloccati lungo la strada da turisti intenti a fotografare le colline vitate, ma é molto più probabile dover procedere a rilento a causa dei trattori al lavoro... Sembra tutto più discreto, riservato, un'atmosfera paesana... forse meno eccitante ma più autentica... Eppure anche qui i paesaggi mozzafiato e i posti del cuore non mancano. Passare da Ghemme a Gattinara non é proprio come andare da Barolo a La Morra, ma una volta giunti a Gattinara chiedete della Torre delle Castelle saliteci, ammirate le colline di nebbiolo e poi mi saprete dire.

In un sabato assolato tra due settimane di pioggia intensa, é bastato attraversare il Ticino all'altezza di Oleggio e dirigersi attraverso i campi e le risaie verso Briona, per imbattersi in una autentica chicca... la Badia di Dulzago, un complesso abbaziale del XII sec., un piccolo borgo rurale ormai quasi diroccato (gli abitanti si contano sulle mani), ma all’interno della quale potete trovare caloroso rifugio all’Osteria San Giulio. Ambiente casalingo e piatti della tradizione fatti come tradizione comanda. Qui grazie al cielo, la nouvelle cuisine non sanno neanche cosa sia…  si spende poco, si mangia abbondante e rustico, come essere a pranzo dalla nonna (inteso come complimento). Se volete gustare la caratteristica Paniscia novarese, qui siete nel posto giusto… ma non perdetevi anche i salumi, l'anatra e l'ottima trippa. Anche la carta dei vini nel suo piccolo è ben assemblata e senza ricarichi eccessivi, con prevalenza di vini piemontesi, in particolare della zona Alto Piemonte. Per non sbagliare vado sul più classico degli abbinamenti territoriali, diciamo quasi un km zero, prodotto da una delle più conosciute cantine di Ghemme, che indubbiamente ha scritto la storia enologica di questo territorio e che porta il nome degli “Antichi Vigneti di Cantalupo”, azienda vitivinicola condotta magistralmente dalla famiglia Arlunno e che affonda le proprie origini nel 1500.

E' solo negli anni '70 con l'istituzione della D.O.C. di Ghemme, la nuova cantina, e l'acquisizione di alcuni vigneti, che l'azienda prende l'attuale fisionomia, con Alberto Arlunno che grazie alle sue conoscenze e al suo entusiasmo, guida quella che a tutti gli effetti é una cantina simbolo di questo territorio.

In totale sono ben 35ha i vigneti di proprietà dislocati in diverse zone, da cui si ricavano 200.000 bottiglie, numeri che iniziano a farsi importanti, pur mantenendo un approccio alla materia nel segno della tradizione e dell'identità territoriale. L'uva maggiormente coltivata é il Nebbiolo, il mitico Spanna (che belle le bottiglie vintage di Spanna!!), a cui si aggiungono i vigneti di altre uve tipiche della zona, come l'Uva Rara, la Vaspolina, e l'Erbaluce, ma anche Greco, Arneis e Chardonnay. 

A rendere l'Alto Piemonte un territorio ad alta vocazione enologica c'è sicuramente la composizione di terreni poveri di origine morenico glaciale, composto da ciotoli e ricco di minerali. L'aria che soffia dalle Alpi alle spalle, mantengono il clima fresco e ne determina il carattere dei vini. Tra le bottiglie proposte spiccano sicuramente i Ghemme D.O.C.G., con i tre cru (Collis Breclemae, Collis Carellae, Signore di Bayard) sugli scudi. Grandi vini per finezza ed eleganza. 

Io mi sono dovuto "accontentare" del loro Agamium (il nome latino di Ghemme), un Nebbiolo in purezza che rientra nella D.O.C. delle Colline Novaresi. Le uve provengono dai vigneti Carella, Baraggiola, Valera, con una resa di 60 ql/ha, sono vendemmiate nella seconda decade di ottobre. Dopo un breve periodo di macerazione affinamento in piccole botti di rovere da 9hl.

I grandi nebbioli sono altra cosa, per complessità e profondità, austerità, finezza, longevità… qui risulta tutto piuttosto lineare e senza grosse sorprese, ma se amate il vitigno e cercate una bottiglia per accompagnare ottimamente il pasto, questo Agamium, che é sicuramente vino ben fatto, farà il caso vostro (e metteteci anche l'ottimo rapporto qualità/prezzo, siamo sulle 10 euro). Classico rubino non troppo carico tendente al granato, ha naso lineare e molto piacevole. Frutto di sottobosco, lampone e mirtillo in evidenza, pieno e maturo senza mai scadere nell’effetto dolciastro da confettura, é sorretto da una fine nota alcolica e soprattutto dalle sensazioni floreali di violetta e geranio, oltre ad una speziatura leggera. La beva è semplice ed onesta, molto pulita e piacevole, con tannino ormai integrato, buon corpo e struttura. L'affinamento in legni piccoli assicura rotondità, ma é la spalla acida  che rinfresca e pulisce il palato, a rendere questo vino assai piacevole nell'accompagnare e "sgrassare" i piatti della tradizione locale.

Se volete spendere e volare alto, prego puntare sui cru di Ghemme, alternativamente l'Agamium é una buona alternativa low cost, per avvicinarsi ai vini della famiglia Arlunno, mentre l'osteria San Giulio, é il giusto posto per scoprire la cucina locale. Ottima combinazione.

martedì 11 novembre 2014

ENOLAGO 2014 - Vini in mostra - SABATO 15 NOVEMBRE DALLE 11 ALLE 18,30



Anche la provincia di Varese avrà "finalmente" la sua fiera dedicata ai vini di territorio. Quasi un obbligo da varesino supportare l'iniziativa.
E' la prima edizione e speriamo che il progetto abbia sviluppi futuri.

L'appuntamento é per SABATO 15 NOVEMBRE presso il CCR in via Enrico Fermi a Ispra (VA) (guarda la mappa)
Non perdetevi l'occasione di farvi un giro al lago (che nel frattempo potrebbe essere esondato...) e assaggiare qualche buon bicchiere di vino. Vedremo come andrà... diciamo che é una novità che sono ben felice di sostenere... per il momento l'idea che una parte del biglietto sia utilizzabile come "buono sconto" per l'acquisto di una bottiglia mi sembra già una figata... 

Prima di lasciarvi al comunicato stampa degli organizzatori, un plauso a Luca Vernacchini e collaboratori per lo sbattimento organizzativo.

Ogni sei mesi, un diverso stato assume la presidenza del Consiglio dell'Unione Europea, e da quest'estate è il turno dell'Italia. In questa occasione è nata l'idea, nell'ambito del CCR di Ispra, di organizzare una fiera di vini. Questa è l'origine di Enolago.
L'intento è quello di riunire una selezione di medio-piccoli produttori individuati nelle regioni circostanti (Provincia di Varese, Nord Piemonte, Langhe, Colli Piacentini, Colli Tortonesi ) che operano nel rispetto dell'ambiente e del loro specifico territorio. La manifestazione nasce come atto d'amore verso quei vini che non vogliono essere solo un etichetta famosa, ma che guardano alla tradizione con rispetto e che sono prodotti con passione, preservando e ascoltando il territorio a cui devono la loro origine, senza però tralasciare quella parte di innovazione che deve essere sempre presente per poter dare vita a prodotti con un' anima capace di stupire e innamorare.
È questo lo spirito dei produttori che saranno presentati ai lavoratori italiani e stranieri del CCR, ai loro familiari ma anche a tutti gli amanti del buon vino.
E' previsto un biglietto d'ingresso di 10 euro, di cui 5 sono destinati alla degustazione e i restanti per l'acquisto di una o di una parte di bottiglia, che sarà possibile acquistare a prezzo sorgente.
La manifestazione animerà i locali della mensa del CCR, in via Enrico Fermi a Ispra (VA) e vi faranno parte:

.Az Agricola Drocco Renzo, Rodello (CN)
.Az Agricola F.lli Manera, Alba (CN)
.Az Agricola Cascina Gentile, Capriata D'Orba (AL)
.Cantine Delsignore, Gattinara (VC)
.Azienda agricola Cascina Piano, Angera (VA) LEGGI
.Cascina Filip, Travedona (VA)
.Chionetti, Dogliani (CN)
.Az Agricola Ribote di Porro Bruno e Figlio, Dogliani (CN)
.Caraglio, Dogliani (CN)
.Vigneti Massa, Monleale (AL) LEGGI
.Oltretorrente, Paderna (AL)
.La Stoppa, Rivergaro (PC) LEGGI
.Casè, Travo (PC)
.Croci, Castell'Arquato (PC)
.Denavolo, Travo (PC)
.Az Agricola Cervini Andrea, Travo (PC)
 
CONTATTI: 
su Facebook: Enolago
e su Twitter @vininmostra
SABATO 15 NOVEMBRE DALLE 11 ALLE 18,30

mercoledì 5 novembre 2014

BRAZAN 2001 (140 mesi) - Collio Goriziano D.O.C. - I Clivi


Il Tocai 140 mesi de I Clivi... la "naturale" classe di un vino con la stoffa del campione...



Durante una delle poche giornate assolate di questa estate uggiosa (almeno qui al nord), mi sono recato per un paio di giorni a girovagar nel Collio, in transito direzione ex Jugoslavia. Quando é stato il momento di scegliere a quale porta (o meglio cantina) andare a bussare non ho avuto dubbi... Sono così riuscito a prendere appuntamento con Ferdinando Zanusso de I Clivi, e mi sono immerso in uno spettacolare anfiteatro di vigneti in località Gramogliano a Corno di Rosazzo, una manciata di chilometri a nord di Cormons, considerata la capitale enologica del Collio. Ho così passato un paio d'ore con Ferdinando sotto il portico della sua bella cascina ristrutturata, situata sopra la cantina e soprattutto in cima ad una collina da cui si gode una delle più belle viste della zona. 

Con il senno di poi sono contento della scelta fatta... ed il primo motivo a farmelo pensare sono proprio i vigneti... in due giorni su e giù tra Italia e Slovenia ho avuto modo di osservare splendidi vigneti di collina, ma anche vigneti di pianura che si perdono all'orizzonte, immensi, e soprattutto in questa annata difficile, un continuo via vai di trattori tra i filari a spruzzare porzioni magiche, con vigneti completamente diserbati, dove é impossibile trovare un solo filo d'erba. 

Qui dai Zanusso (Ferdinando gestisce l'azienda agricola insieme al figlio Mario, purtroppo non presente) le vigne emozionano... condotte a regime biologico, sono rigogliose di erba e vegetazione, raggiungono i 60-70 anni di età e possono essere accudite solo manualmente. Una parte di esse (tocai, ribolla, verduzzo, malvasia, merlot) per 8 ettari in totale, sono situate intorno alla cantina, mentre altri 4 ettari sono a pochi chilometri di distanza, "dietro quella collina che si vede all'orizzonte" mi dice Ferdinando. Il che significa parte nei Colli Orientali del Friuli e parte nel Collio Goriziano (seguirà chiacchierata sulle questioni amministrative e burocratiche che sembrano essere il coltello nella piaga di ogni vignaiolo..).

Capelli e barba bianchi, occhi azzurri vispi, all'aspetto più "lupo di mare" in congedo che vignaiolo, Ferdinando mi racconta la sua storia, da semplice appassionato a vignaiolo, quando nel '94 decide di stabilirsi in Friuli, terra natia della moglie, acquistando cascina e vigneti. Le sue idee sono semplici ma chiare e con un unico fine... fare vini bevibili e senza forzature, in grado di esprimere il vitigno e il terroir di provenienza. Quindi nessuna ideologia o filosofia "vinnaturista" alla base, ma la volontà di agire "naturalmente" per ottenere grandi vini di territorio... Quindi vecchie vigne autoctone, rese basse (20/30 ql/ha), zero chimica, nessuna irrigazione, potature corte, inerbimento spontaneo... insomma ottenere la qualità massima da un territorio ad altissima vocazione vitivinicola (giustamente Ferdinando sottolinea l'importanza del terreno, il famoso flysch, un multistrato di marne e arenarie eoceniche). Con un frutto di partenza di così alto livello, gli interventi in cantina sono ridotti al minimo indispensabile, attraverso procedimenti lenti e mai invasivi. I vini fermentano sui propri lieviti e fanno solo acciaio (per Ferdinando é il miglior contenitore per il vino perché non ne altera le caratteristiche). Soprattutto (essendo in Friuli é giusto sottolinearlo) niente bianchi macerati. Piccole presse, fermentazioni a basse temperature, nessuna filtrtura, chiarifiche per sedimentazione, imbottigliamento manuale e per gravità. Circa tre anni dalla vendemmia prima della commercializzazione. Vini buoni ed espressivi, ma anche belli da vedere, puliti, eleganti e con gradazioni alcoliche contenute. Circa 35.000 bottiglie in tutto.

Non mi dilungo troppo così avrò altro da raccontarvi quando stapperò e vi racconterò gli altri vini de I Clivi che mi sono portato a casa. Nonostante mi piace sempre partire dai così detti vini "quotidiani", preso dall'entusiasmo ho deciso (anche perché smanettando su Google mi sembra che nessuno ne abbia ancora parlato) di stappare per primo il Brazan 2001 "special edition"... I tredici anni di vita già vi fanno capire che si tratta di una tiratura limitata piuttosto particolare.

Il Brazan prende il nome dal vigneto di provenienza situato sul versante sud del Monte Quarin a Brazzano. Zona umida e più fredda, con forti escursioni termiche, ed un'esposizione sud, sud-est, verso il golfo di Trieste che soffia sul vigneto le sue brezze marine. Il vino é un Friulano (ex Tocai) con aggiunta di Malvasia e viene vinificato in acciaio. Fermentato sui propri lieviti, svolge fermentazione malolattica spontanea e affinato per 2 anni sulle sue fecce fini in acciaio e per 1 anno in bottiglia niente legno, nessuna filtrazione, niente macerazione. Questo é il processo produttivo del Brazan "classico", mentre per questa riserva speciale del 2001 che vado a stappare, la fase di affinamento é prolungata a  ben 140 mesi. Il che mi incuriosisce molto.

Peccato aver scoperto questo vino solo durante i saluti, mentre Ferdinando mi elencava i vini che mi aveva messo nella scatola, avrei sicuramente chiesto delucidazioni in merito... non so quindi se si tratta di un esperimento o di una scelta ponderata, non posso nemmeno dirvi se questa riserva speciale avrà un seguito anche nelle annate successive al 2001... posso però raccontarvi come é andata la bevuta... 


Il Brazan 2001 si presenta carico di un giallo intenso color oro. Brillante e pulito, al primo impatto, visivamente mi ricorda certi bianchi “tropicalisti”. Poi infilo il naso nel bicchiere, in continuazione... operazione che ripeterò prima di ogni sorso, fino all’ultimo bicchiere. E’ troppa la curiosità esplorativa nei confronti di questo calidoscopico e mutante Friulano. Fin da subito è chiaro che i frutti esotici non sono tipici del Friuli, grazie al cielo, il resto è un viaggio senza meta… Persistente e lungo, complesso, varietale, ricco di suggestioni mutanti e in continua progressione. Tridimensionale. Un leggero fondo amarognolo che intriga... idrocarburi, agrumi come il pompelmo con il suo dolce/amaro, erbe officinale, sottobosco, un mazzo di fiori selvatici, camomilla, lavanda, sbuffi minerali, sapidità… mai scontato ognuno può trovarci del suo e rendervi l'idea a parole é davvero complesso. Mai un accenno di resa, mai una perdita di tensione… non pensate però ad un vino verticale, teso e affilato come una lama di rasoio… 140 mesi non passano inosservati e si fanno sentire… ne hanno placato il fervore giovanile, arrotondando gli spigoli e conferendo equilibrio, consegnandoci  un vino pieno, ricco, importante. 

A chiudere il cerchio di un Tocai in stato di grazia, un sorso pazzesco che è l’arma in più di questo Brazan. Da un vino così complesso, intenso, strutturato, ti aspetteresti una beva piuttosto impegnativa, un vino da sorseggiare in degustazione più che da “sgargarozzare” a tavola… Invece mentre tutto quel "popò" di roba che ho scritto sopra vi rimane inchiodato alle papille gustative per interminabili secondi di piacere, il vino scivola via pulito, grazie ad un’acidità naturale e una mineralità levigata, che conferisce una leggerezza e una bevibilità disarmante, per un vino così pieno e profondo, che sa essere anche molto piacevole grazie ad una sensazione di calore alcolico, avvolgenza e pienezza. 

Vino di grande personalità con la naturalezza e il tocco tipico dei grandi campioni. Raramente si bevono bianchi così importanti e complessi con tanto piacere, gusto e facilità. Incredibile anche per longevità... forse mi sono lasciato ingannare dall'annata vecchiotta e l'ho stappato prima di tutti, ma avrebbero meritato un ulteriore invecchiamento in bottiglia, anche se l'ho già trovato decisamente pronto.

Non so dove si possa recuperare questa riserva (a parte su dai I Clivi), sappiate comunque che ha un prezzo impegnativo (30 euro), ma é una di quelle eccellenze a tiratura limitata, che ogni eno invasato ricercatore di rarità dovrebbe possedere (e bere). Per tutti gli altri ripiegate tranquillamente sul resto della batteria a marca I Clivi... avrò modo di parlarne in futuro ma posso già garantirvi che sono tra le più interessanti bevute che si possono fare nel Collio... Nel frattempo il Brazan 2001 si candida prepotentemente per la top ten di fine anno.  

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3 PACCHE SULLA SPALLA!! STAPPATI 2015.... ECCO LA PLAYLIST!!

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Il solito grande classico di fine anno... puntuale come il mercante in fiera, eccovi la playlist di questo 2015...

GATTINARA RISERVA 2006 - D.O.C.G. - Paride Iaretti

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...ritroverete in questo sorso di Gattinara un vino autentico… Il collegamento imprescindibile di vigna, uomo e terra.

VIS 2011 - Barbera d'Asti Superiore D.O.C.G. - Crealto

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Ancora Crealto, ancora un grande vino... prendetemi alla lettera, la loro Barbera affinata in terracotta è una chicca che sorprende e affascina...

LA TERRA TREMA 2015 - 9°edizione

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"Per noi acquistare una bottiglia di vino, significa acquistare consapevolezza e sapere, oltre che la gioia di godere di un vino come poesia"

PINOT NERO 2010 - Toscana I.G.T. - Voltumna

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Se avete passato uggiosi pomeriggi a consumare i vinili di Joy division, The Cure, Siouxsie and the Banshees, Bauhaus... non potete rimanere indifferenti al pinot nero di Voltumna.

VB1 VERMENTINO 2010 - Riviera Ligure di Ponente D.O.C. - Tenuta Selvadolce

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Uno dei migliori assaggi della Riviera Ligure di Ponente... uno di quei casi in cui è il vino nel bicchiere che parla (...anche al posto del vignaiolo...)

ALTEA ROSSO 2012 - Sibiola I.G.T. - Altea Illotto

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Serdiana prov. di Cagliari, a pochi metri da dove nasce il vino status symbol dell'enologia sarda, troviamo una bella realtà di bio-resistenza contadina...

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi
Una ribolla che è un soffio di vento... lontani anni luci dai bianchi "tamarrosi" a pasta gialla, tropicalisti, dolciastri, bananosi e polposi.

BARBARESCO CURRA' 2010 - D.O.C.G. - Cantina del Glicine

BARBARESCO CURRA' 2010 - D.O.C.G. - Cantina del Glicine
...piccola, artigianale, familiare, storica… un passo indietro nel tempo... la bottiglia giusta per l'autunno che verrà...

FIANO DI AVELLINO 2012 - D.O.P. - Ciro Picariello

FIANO DI AVELLINO 2012 - D.O.P. - Ciro Picariello
Niente enologo, niente concimi, approccio artigianale e tanta semplicità affinché il vino possa esprimere al meglio il territorio. Se dici Fiano, Ciro Picariello è un punto di riferimento assoluto.

DOS TIERRAS 2011 - Sicilia I.G.T. - Badalucco de la Iglesia Garcia

DOS TIERRAS 2011 - Sicilia I.G.T. - Badalucco de la Iglesia Garcia
...una fusione eno-culturale vincente, un vino che intriga, incuriosisce e si lascia amare, un vino del sole e della gioia, della bellezza territoriale e popolare che accomuna Spagna e Sicilia.

RENOSU BIANCO - Romangia I.G.T. - Tenute Dettori

RENOSU BIANCO - Romangia I.G.T. - Tenute Dettori
...quello che entusiasma del Renosu Bianco è tutto il suo insieme, dalla sua naturalità alla sua originalità, mantenendo una piacevole semplicità nel sorso...

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO
Conosco e bevo "Castello Conti" da alcuni anni, e provo una profonda ammirazione per i loro vini e per il lavoro "senza trucchi" di Elena e Paola. Da una recente visita con degustazione presso la loro cantina di Maggiora, é nata una sorta di collaborazione appassionata, che mi ha permesso di gustare l'intera produzione di rossi del Castello, che oggi in questo mega-post ho il piacere di raccontarvi alla mia maniera...

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!
da "Le vie del vino" di Jonathan Nossiter... < - In cantina questo Volnay, che qui é a 68 euro, ne costa più o meno 25. Quindi non sono i De Montille ad arricchirsi. Ma quando arriva a Parigi o a New York, il vino costa almeno il doppio che dal produttore. - Quindi per noi che abitiamo in Francia val la pena di andare a comprare direttamente da lui. - Si in un certo senso, il ruolo dell'enoteca in città è quello di aprirti le porte per farti scoprire il tuo gusto personale, e di esserti utile quando hai bisogno di qualcosa rapidamente. Poi spetta a te stabilire una relazione diretta con il produttore >

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!
...Anche se sono un po’ più giovane e indosso il parka con le pins non significa che entro per mettermi sotto il giubbotto le bottiglie di Petrus fiore all’occhiello della vostra enoteca, quindi evitate di allungare il collo o sguinzagliarmi alle spalle un commesso ogni volta che giro dietro allo scaffale.