da "Le vie del vino" di Jonathan Nossiter...
< - In cantina questo Volnay, che qui é a 68 euro, ne costa più o meno 25. Quindi non sono i De Montille ad arricchirsi. Ma quando arriva a Parigi o a New York, il vino costa almeno il doppio che dal produttore.
- Quindi per noi che abitiamo in Francia val la pena di andare a comprare direttamente da lui.
- Si in un certo senso, il ruolo dell'enoteca in città è quello di aprirti le porte per farti scoprire il tuo gusto personale, e di esserti utile quando hai bisogno di qualcosa rapidamente. Poi spetta a te stabilire una relazione diretta con il produttore >
Per quanto apprezzi autore e libro... mi sa che qui il buon Nossiter ha preso un abbaglio... ma prima di passare a fatti e considerazioni permettetemi una premessa, perché so che tendenzialmente, su questi argomenti parecchi produttori si incazzano. So anche che per molti di voi, noi scribacchini "non professionisti" o dopolavoristi... orecchianti... ecc... come ho letto, o addirittura "mezze seghe senza arte né parte, parolai con complessi d'inferiorità", persone che si divertono a criticare e giudicare senza conoscere le questioni in profondità, e senza assumerci i rischi e le fatiche che comporta lavorare in agricoltura. Non mi sono mai piaciute queste generalizzazioni. Il tempo e le parole che spendo da anni nel sostenere il vostro lavoro e raccontare i vostri vini attraverso questo indie-blog, senza alcun tornaconto, senza mai essermi permesso di chiedere a nessuno una e una sola bottiglia... credo stia a dimostrare il rispetto che nutro per il vostro lavoro. Personalmente preferisco spendere qualche euro in più per un vino prodotto da un vignaiolo che lavora onestamente (soprattutto in annate sfigate come questa), che qualche euro in meno per un vino prodotto chissà come. E non ne faccio solo una questione qualitativa, ma anche e soprattutto etica, perché sono ben felice di sostenere i piccoli produttori e i loro infiniti "sbattimenti".
Diciamo che nel mio piccolo ruolo di consumatore eno-appassionato, cerco di dare il mio contributo alla causa, ma a volte ho come la sensazione che alcuni di voi produttori, la nostra passione e i nostri sacrifici non li comprendete. E quindi anch'io nel mio piccolo mi incazzo... sia come consumatore (o come ultima ruota della filiera), sia in difesa di quei tanti onesti ed eticamente corretti vignaioli che ho avuto il piacere di incontrare.
Allora la storia é questa... abito a Varese e mi reco per un week-end nel Collio... non proprio dietro l'angolo... 432 km e 4 ore abbondanti di macchina. Giusto un paio di giorni prima contatto un produttore (che chiamerò MisterX) che mi fissa un appuntamento per il giorno stesso del mio arrivo. Molto bene. Tra tante realtà presenti nel Collio ho scelto questi vignaioli e i loro vini, di cui ho letto cose molte positive.
Al mio arrivo vengo accolto timidamente e Mister X esce di casa con l'aspetto di uno che si é appena alzato dal divano (rido!!)... e vabbè ci sta...(magari dormiva veramente..) conseguentemente, possono anche starci un paio (forse anche qualcuno in più) di sbadigli mentre mi racconta il lavoro della sua azienda vitivinicola. (al punto che mentre scende a prendere 3 bottiglie per la degustazione, la mia compagna mi chiede se Mister X non sia piuttosto scazzato e se non stiamo disturbando). Io cerco di giustificarlo, un po' me l'aspettavo, non é la prima volta che fatico ad entrare in
sintonia e rompere il ghiaccio con i vignaioli friulani. Comunque ora della fine un paio di
sorrisi sono riuscito a strapparglieli.
Mi basta comunque stare li, attorniato da vecchi vigneti inerbiti, parlare di vino e territorio, assaggiare questi bianchi eccellenti per passare oltre... Tra le tante cantine della zona, ho scelto MisterX proprio perché é una cantina artigianale, lavorano bene e in maniera rispettosa dell'ambiente (agricoltura biologica, zero chimica), propongono vini di grande finezza e corrispondenza territoriale, eleganti, minerali... insomma una di quelle cantine che rientra alla perfezione nei miei canoni gustativi ed etici, direi non solo miei considerando la loro partecipazione (in passato) ad alcune fiere dedicate ai vignaioli e il "chioccioloso" riconoscimento di Slow Food. (adesso non state li ad indovinare il nome.. é solo un esempio, non é il problema...)
Mister X guardando l'orologio, mi fa segno che deve andare per un impegno, mi sembra giusto, mi ha già dedicato due ore, e prima dei saluti, chiedo se mi può lasciare un cartone misto da sei bottiglie... una per tipo da gustarmi a casa... prendo sempre un cartone quando vado in una cantina, vuoi perché solitamente mi piace, vuoi per ricambiare l'ospitalità e il tempo a me dedicato. Conoscevo a grandi linee i prezzi dei suoi vini al dettaglio... si sa i bianchi del Collio costicchiano, e speravo con l'acquisto diretto di risparmiare qualcosina. Così Mister X strappa un pezzo carta e mi fa il conto... << allora 15 euro i tre vini base, 20 euro i due cru, e poi ti ho messo dentro questa che é una riserva speciale, te la faccio a 30 dai...>> totale 115 euro. Sticazz...non batto ciglio, pago in contanti, zero ricevuta in cambio, ringrazio, faccio due foto al vigneto e me ne vado. Parlandone la sera a cena, rifletto sul fatto che i vini ce li ha fatti pagare come un'enoteca, che tutta sta storia che si possono comprare prodotti di qualità senza spendere un patrimonio attraverso l'acquisto diretto, la filiera corta, evitando il ricarico del rivenditore, non é poi una regola sempre valida.
La miccia che però mi ha spinto a scrivere questo post si è accesa solo un paio di giorni fa... mente spulcio il catalogo di un'enoteca on-line nella sezione delle "new entry" trovo i vini di Mister X... 13.10 euro i vini base e 19.80 euro i due cru. No dico, l'enoteca vende i vini ad un prezzo addirittura inferiore di quanto l'ho pagato io dal produttore?? Scusatemi, con tutto il rispetto del mondo, ma qui i conti non tornano...!! Quanto é costato quel vino all'enotecaro se può permettersi di guadagnarci e addirittura di spedirmelo a casa gratuitamente se spendo più di cento euro in totale?? Voglio dire io ne ho spese 115 e sono dovuto pure andare a prendermelo a 400km da casa... con tanto di benzina e caselli a carico mio...
Posso capire che lo pago uguale (facendo finta, perché continuo a pensare che il prezzo cantina dovrebbe "democraticamente" essere uguale per tutti)... vuoi perché compro piccole quantità, vuoi perché il produttore deve garantire il prezzo più conveniente ai distributori, ai ristoratori o comunque a chi ne compra grandi quantità per poi rivenderlo. Posso capire il prezzo pieno alle fiere, perché il vignaiolo deve rientrare dei costi della trasferta e delle bottiglie andate in degustazioni (anche se in alcune fiere-mercato dovrebbero "obbligatoriamente" vendere al prezzo sorgente e non sempre é così). Ma addirittura di più? Perché un vignaiolo che si dimostra eticamente corretto nel "fare" non lo é anche nel "vendere"? Perché ricaricare su un appassionato che ti ha chiesto 6 bottiglie e si é sobbarcato un viaggio per il piacere di stringerti la mano e ammirare il grande lavoro che fai? Forse avrei dovuto fare come certi furbacchioni eno-critici, presentandomi come wine blogger, promettendo interviste e articoli e bla bla bla..., sperando in qualche bottiglia gratuita, anziché come semplice appassionato e curioso assetato di conoscenza (e buon vino!).
Io in cantina ci vado anche (o almeno vorrei...) per acquistare i vini a prezzo vantaggioso, visto che taglio un passaggio dalla filiera.
Ci terrei ad avere un parere di altri comuni consumatori e amatori del vino, così come (se mai passassero da questo indie-blog) di chi é lavorativamente inserito nel mercato del vino... non vuole essere questa una caccia alle streghe, ne mi interessa stilare una "black list", ma una disamina a più ampio respiro, per capirne i motivi...
"Una delle ragioni principali che mi fanno interessare al vino è proprio l'esistenza di una correlazione tra i fattori che fanno nascere un piacere sensoriale e quelli che condizionano un coivolgimento etico con il mondo in generale" Jonathan Nossiter
A voi la parola...