lunedì 20 luglio 2015

SEMPLICEMENTE VINO - BELLOTTI BIANCO - Cascina degli Ulivi



...Stefano Bellotti sta al vino naturale come Grandmaster Flash sta alla musica hip hop... in entrambi i casi siamo al cospetto di "padri fondatori"... la dicitura “Semplicemente Vino”, racchiude tutta la sua essenza...


L’ennesimo blog sul vino (siamo in tanti, forse troppi) e l’ennesimo post in cui si parla di Cascina degli Ulivi. Utilità del post probabilmente pari a zero, a parte rimarcare l’importanza seminale di questa cantina nel panorama del vino “naturale”, magistralmente espressa in un vino come il Bellotti Bianco (ma vale anche per il Bellotti Rosso), che nella dicitura “Semplicemente Vino”, racchiude tutta la sua essenza. 

Mi son fatto due risate leggendo su Tripadvisor  frasi del tipo "il vino, che sarà certamente biodinamico, ma il sapore non appaga", segno evidente, che non tutti i palati (e le menti) sono ancora pronte ad accogliere il vino naturale, o (come è capitato un paio di volte anche al sottoscritto) che possono capitare bottiglie poco "stabili". 

Detto questo non si discute l'importanza della cantina di Novi Ligure, caposaldo della viticoltura naturale e biodinamica in suolo italico. Potremmo dire che il suo mentore Stefano Bellotti (che pratica agricoltura biodinamica dall'84) sta al vino naturale come Grandmaster Flash sta alla musica hip hop... in entrambi i casi siamo al cospetto di "padri fondatori" insieme a pochi altri, di quello che con il passare degli anni, diventerà un vero e proprio movimento, una cultura se vogliamo, e in alcuni casi (purtroppo) una moda per accallappiarsi sprovveduti consumatori a cui piace seguire l'onda del momento.

Certo questo non è il caso di Stefano Bellotti, anche dopo essere diventato uomo immagine dell'ultimo docufilm di Jonathan Nossiter, persevera nel suo lavoro di agricoltore resistente, dopo le non poche battaglie (e purtroppo le ingiustizie come la cancellazione dalla Doc di Gavi per il Filagnotti, causa impianto nei filari di alcuni alberi di pesco) portate avanti negli anni a difesa di un territorio, della sua biodiversità e della sua naturalità. Una Resistenza Naturale, come giustamente titola il lugometraggio.

Vigneti e vini a Cascina degli Ulivi (che svolge anche attività agrituristica), con oltre ad una ventina di ettari, dove padroneggia il cortese affiancato da barbera e svariati vitigni ligure-piemontesi, ma anche 10 ettari di seminativi, un ettaro di orto, un migliaio di piante da frutto e un allevamento di bovini, nonché un piccolo allevamento di animali da cortile.

Al fianco dei cru di cortese come il Montemarino e il Filagnotti, passando per l'eccellenza della barbera Mounbè, sono proprio le due "basi" Semplicemente Vino, i due vini più rappresentativi e che più mi danno soddisfazioni, anche in virtù di un rapporto qualità prezzo democraticamente onesto (tra le 9-10 euro). Il Bellotti Bianco è vino estivo e versatile da uve cortese in purezza, provenienti dal vigneto di Tassarolo, che sorge su terreni argillosi, con una resa di 50ql/ha. Vinificazione e affinamento in botti di acacia (da 110hl per 11 mesi). Lieviti indigeni, nessuna aggiunta di solforosa (che si limita così a 15 mg/l) e chiarifica per decantazione con leggera filtrazione in fase di imbottigliamento. Gradazione 12%vol. Cascina degli Ulivi aderisce al movimento Triple A (Agricoltori, Artigiani, Artisti).

Non conoscessi vino e storia di questa cantina, devo ammettere diffiderei da questa bottiglia... non mi sono mai fidato dei produttori che "gridano" la loro artigianalità e la loro naturalità. La bella etichetta mette un po' pretenziosamente in bella mostra i termini BIODINAMICO / NATURALE / AUTENTICO, ma come ho scritto sopra e come si usa dire... c'è chi può tirarsela e chi no, chi con queste operazioni risulta ruffiano e chi invece (come in questo caso) può permetterselo, perchè sono la sua storia, il suo percorso, le sue lotte e perchè no, i suoi vini, a fargli guadagnare il rispetto degli eno-appassionati.

Che dire quindi del Bellotti Bianco?? E' semplicemente vino, aggiungerei semplicemente vino buono e sano, vino da bere senza freni in una bella tavolata tra amici, abbinato a piatti semplici e non troppo elaborati, come semplice, naturale e conviviale dovrebbe essere il rapporto con il cibo e la tavola. Giallo paglierino piuttosto carico, è vino che scivola via in una apparente semplicità dettata da una beva facile, piacevole e rinfrescante. Si mantiene vivo e gustoso dal primo all'ultimo sorso, senza mai stancare o appesantirci, in un bel mix tra la materia del frutto agrumato (senza quegli eccessi tropicalisti che accumunano troppi vini bianchi), il profumo dei fiori di campo. Una beva di bella tensione sapido-minerale, dal finale amarognolo, un po' frutta secca e un po' burro salato, con una spruzzata di lime che gli conferisce un tocco citrino. A chi associa puzze e puzzette ai vini naturali, il Bellotti Bianco, risponde con freschezza, fragranza, profumi autentici e di grande pulizia, per una beva cristallina...

Sicuramente da inserire nella lista dei vini glu-glu per questa torrida estate 2015. 

martedì 14 luglio 2015

IL MARINETTO 2013 - Calabria I.G.P. - Az. Agr. Arcuri Sergio

Dalla Calabria Sergio Arcuri, con il suo rosè "Il Marinetto" riesce a farti aprire gli occhi, mettere nero su bianco, e fa saltare il banco... #maipiùsenza



Ho conosciuto Sergio Arcuri vignaiolo in Cirò Marina qualche anno fa alla Terra Trema. Sosta al banchetto per assaggiare il suo Aris, ottimo Cirò che tanto mi piacque, ma che colpevolmente non acquistai al termine del vorticoso giro di assaggi e acquisti del Leoncavallo. Va così... quando lo zaino è pieno di bottiglie non puoi far altro che ritirarti in cucina POP per recuperare energie e discutere davanti ad un piatto fumante, sugli assaggi e le bottiglie che avresti voluto ma non hai potuto, Aris compreso. Quando a marzo di quest'anno sono tornato in quel di Milano per il Live Wine, ho promesso a me stesso di recuperare a quella mancanza leoncavallina, così mi son fermato da Sergio per riassaggiare ed acquistare il Cirò. Segno del destino, non gli ho preso la bottiglia nemmeno questa volta e la colpa è tutta di Sergio. 

Insieme al mio compagno di viaggio Fede Legno, entrambi negati e malfidenti al cospetto di rosè e bollicine, tanto da saltarli a piedi pari nel giro assaggi, abbiamo dovuto inchinarci e cospargerci il capo di ceneri al cospetto de "Il Marinetto", che fortunatamente Sergio ci ha fatto assaggiare... noi l'abbiamo avvisato... non siamo da rosè, ma lui ha garantito... assaggiate questo... e la storia finisce con "Il Marinetto" nello zaino e il Cirò ancora una volta rimandato alla prossima occasione. 

Beata ignoranza e il momento in cui qualcuno mettendoci anima e cuore, riesce a farti aprire gli occhi, mette nero su bianco e fa saltare il banco, dimostrando che eri solo un eno-snobbista traviato da bevute insignificanti e spaccastomaco, scaraffamenti vari da pizzeria e rosati da GDO. Ecco invece un rosè con i controcoglioni, cuore-sudore-natura, così come deve essere fatto un signor vino.

"Il Marinetto" prende il nome dalla vigna da cui si ricavano le uve di Gaglioppo con cui viene poi prodotto, un giovane impianto del 2005, su suolo calcareo e leggermente argilloso a due passi dal mare. Poche migliaia di bottiglie attraverso un processo semplice e senza forzature, che permette alla natura e al vino di fare il suo percorso (biologico certificato, lieviti indigeni, breve macerazione sulle bucce, breve affinamento in acciaio e bottiglia), per arrivare sulla nostra tavola con una naturale fragranza che assolutamente non lascia indifferenti. Non è un caso che due non amanti dei rosati siano tornati entrambi a casa con "Il Marinetto" così come l'entusiasmo della mia compagna (altra "rosato diffidente") quando l'ho stappato super-fresco, durante una di queste calde ed afose giornate di luglio.

Splendido nel bicchiere già dal colore vivo e brillante, su tonalità arancio mixate a sfumature tra il granato e la ruggine, a tratti quasi mi ricorda il ginger. Pulito, luminoso, fluido, estivo, fresco, fragrante, tonico e di spigliata acidità, di quella giusta, mai fastidiosa e ben integrata con la struttura di un vino che dimostra carattere e personalità, oltre ad una beva piacevole e rinfrescante. Siamo ben lontani da quelle "bibite" rosè dall'acidità fastidiosa e profumi zero. In elenco sparso e a piacimento, ritrovo suggestioni floreali, ma anche rimandi ciliegiosi, le fragoline di bosco, il melograno, l'amarognolo delle note agrumate, la sapidità portata dal mare. Al palato è teso ma soprattutto vivo ed energico, un sorso "gagliardo" che rincuora e gratifica, che lascia al suo passaggio una "dissetante" sensazione di freschezza e pulizia.

La famiglia Arcuri pratica la viticoltura dal 1880, passione agricola tramandata da generazione in generazione, con l'apertura di una vera e propria cantina a partire dagli anni '70, con la vendita di vino sfuso. Dal 2009, Sergio con l'aiuto del fratello e del padre Giuseppe iniziano l'imbottigliamento e subito arrivano i primi attestati di stima per la bontà naturale delle loro due etichette proposte, da un unico vitigno semrpe in purezza, l'autoctono Gaglioppo. Meno di 10.000 bottiglie in tutto, non facilissime da trovare, anche perché vendute ad un prezzo più che onesto. Il consiglio è di acquistare i suoi vini direttamente alle fiere (10 euro per "Il Marinetto") o in alternativa rivolgersi ad un'enoteca che tratta vini naturali, oppure on line su Wine is Terroir (non a caso uno dei migliori e-shop dedicati al vino).

La Calabria del vino è ancora poco conosciuta ai consumatori della domenica, eppure se ne sente sempre più positivamente parlare, grazie a vignaioli come Arcuri, A Vita, Cote di Franze, L'Acino, Casa Ponziana, Santino Lucà... e altri che non mi vengono in mente, vignaioli che hanno scommesso sul territorio e sulla Calabria, che stanno ridando slancio ad una viticoltura "dal basso", valorizzando le uve autoctone e i vecchi vigneti, partendo dal "poco ma autentico", evitando così l'errore di molti colleghi calabresi, che hanno puntato tutto sulla quantità.

martedì 7 luglio 2015

SAVIGNY LES BEAUNE 2010 - Appellation Controlée - Domaine Chandon de Briailles


Calura e vino rosso si può fare con classe, grazie al sorso rinfrescante del Pinot Noir di questo ottimo "village", l'unico che valga la pena frequentare durante le vacanze estive..


Tenete duro in questi giorni di calura estrema, e date retta a me una buona volta… mi trasformerò in eno-Mastrotta e tenterò di consigliarvi un ottimo rosso per l’estate… Inevitabilmente in questi giorni far ricadere la scelta su bianchi e rosé, serviti belli freschi dissetano e appagano… più difficile districarsi se si ha voglia di rossi… ma in questo caso, guardando alla Borgogna si possono trovare delle chicche interessanti per dissetarsi con classe, anche senza sfondarsi il portafoglio… (ma siamo pur sempre in Borgogna e non pensate di cavarvela con 10 euro... fatevi una birra..)

Eccovi quindi il mio consiglio per un’estate in rosso… Trasferiamoci a Savigny Les Beaune, un migliaio di abitanti a nord di Beaune, dove in un’antica e sontuosa dimora storica, ha sede il Domaine Chandon de Briailles tra le più interessanti realtà delle Cote d’Or. Origini antiche risalenti al 1834, il Domaine è sempre rimasto della famiglia de Nicolay, ma è nel 1982 con Nadine che riprende vigore l’attività vitivinicola. Oggi nel segno della continuità sono i figli Claude and François de Nicolay ha gestire i 13.7ha di vigneti, suddivisi in piccole parcelle nei comuni di Aloxe Corton, Savigny Les Beaune e Pernand-Vergelesses, a regime bio dai primi anni novanta e in biodinamica negli ultimi anni. Rese al di sotto dei 35 ettolitri/ha, e una produzione annua di circa 50.000 bottiglie, suddivise nella solita infinita lista (tra cui spiccano i Grand Cru di Corton). In questo caso pesco dal basso con il village Savigny Les Beaun annata (di grazia anche in Borgogna) 2010, un Pinot Noir realizzato con le uve provenienti dalle parcelle di Aux Fourneaux (1.07ha) e Les Saucours (0.6ha). Affinamento in barriques usate.


Perché raccomandarvi questo village? Sicurmente per l’impronta stilistica di questo Domaine, uno stile classico, che rappresenta esattamente quello che molti di noi amano del Borgogna-style, ovvero vini esili, eleganti, scoloriti, cristallini, altamente bevili e godibili, mantenendo quella grande espressività territoriale che ci si attente. Insomma mica polpa e zuccheri… questo vino come giustamente riportato in etichetta, va servito a 14°C. Squisitamente dissetante, nel suo rosso porpora trasparente, fine e scarico ma ricco al naso e al palato… liscio e setoso va giù che è una meraviglia, con un’acidità spiccata ma naturalmente integrata, quanto basta per rendere il vino lineare e donare il giusto slancio al sorso, insaporito ad un insieme aggraziato di sentori che variano dal melograno ai lamponi, passando per le immancabili note floreali e i più piccanti accenni speziati. Un sorso che lascia il palato pulito e fresco, che disseta e soddisfa anche in queste calde e afose giornate.


Davvero un bel village che poco ha da invidiare ad alcuni Premier Cru, con un prezzo di vendita intorno alle 35euro, non poche, ma neanche tante se consideriamo i prezzi non proprio abbordabili che girano in Borgogna. Uscendo dai nomi più blasonati si possono fare ottime bevute anche senza esborsi clamorosi… e questa è sempre la sfida maggiore con i vini di Borgogna, la ricerca continua...


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3 PACCHE SULLA SPALLA!! STAPPATI 2015.... ECCO LA PLAYLIST!!

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Il solito grande classico di fine anno... puntuale come il mercante in fiera, eccovi la playlist di questo 2015...

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Se avete passato uggiosi pomeriggi a consumare i vinili di Joy division, The Cure, Siouxsie and the Banshees, Bauhaus... non potete rimanere indifferenti al pinot nero di Voltumna.

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Uno dei migliori assaggi della Riviera Ligure di Ponente... uno di quei casi in cui è il vino nel bicchiere che parla (...anche al posto del vignaiolo...)

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Serdiana prov. di Cagliari, a pochi metri da dove nasce il vino status symbol dell'enologia sarda, troviamo una bella realtà di bio-resistenza contadina...

RIBOLLA GIALLA 2013 - I.G.P. delle Venezie - I Clivi

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Una ribolla che è un soffio di vento... lontani anni luci dai bianchi "tamarrosi" a pasta gialla, tropicalisti, dolciastri, bananosi e polposi.

BARBARESCO CURRA' 2010 - D.O.C.G. - Cantina del Glicine

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...piccola, artigianale, familiare, storica… un passo indietro nel tempo... la bottiglia giusta per l'autunno che verrà...

FIANO DI AVELLINO 2012 - D.O.P. - Ciro Picariello

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Niente enologo, niente concimi, approccio artigianale e tanta semplicità affinché il vino possa esprimere al meglio il territorio. Se dici Fiano, Ciro Picariello è un punto di riferimento assoluto.

DOS TIERRAS 2011 - Sicilia I.G.T. - Badalucco de la Iglesia Garcia

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...una fusione eno-culturale vincente, un vino che intriga, incuriosisce e si lascia amare, un vino del sole e della gioia, della bellezza territoriale e popolare che accomuna Spagna e Sicilia.

RENOSU BIANCO - Romangia I.G.T. - Tenute Dettori

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...quello che entusiasma del Renosu Bianco è tutto il suo insieme, dalla sua naturalità alla sua originalità, mantenendo una piacevole semplicità nel sorso...

CINQUE VINI, TRE SORELLE, UN TERRITORIO > TUTTI I ROSSI DEL CASTELLO CONTI... IL POST DEFINITIVO

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Conosco e bevo "Castello Conti" da alcuni anni, e provo una profonda ammirazione per i loro vini e per il lavoro "senza trucchi" di Elena e Paola. Da una recente visita con degustazione presso la loro cantina di Maggiora, é nata una sorta di collaborazione appassionata, che mi ha permesso di gustare l'intera produzione di rossi del Castello, che oggi in questo mega-post ho il piacere di raccontarvi alla mia maniera...

ACQUISTI IN CANTINA... A VOLTE I CONTI NON TORNANO !!

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da "Le vie del vino" di Jonathan Nossiter... < - In cantina questo Volnay, che qui é a 68 euro, ne costa più o meno 25. Quindi non sono i De Montille ad arricchirsi. Ma quando arriva a Parigi o a New York, il vino costa almeno il doppio che dal produttore. - Quindi per noi che abitiamo in Francia val la pena di andare a comprare direttamente da lui. - Si in un certo senso, il ruolo dell'enoteca in città è quello di aprirti le porte per farti scoprire il tuo gusto personale, e di esserti utile quando hai bisogno di qualcosa rapidamente. Poi spetta a te stabilire una relazione diretta con il produttore >

NON STRESSATECI IN ENOTECA !!

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...Anche se sono un po’ più giovane e indosso il parka con le pins non significa che entro per mettermi sotto il giubbotto le bottiglie di Petrus fiore all’occhiello della vostra enoteca, quindi evitate di allungare il collo o sguinzagliarmi alle spalle un commesso ogni volta che giro dietro allo scaffale.